Grido d'amore Edith Piaf
testo Ennio Speranza
con Gianni De Feo
fisarmonica Marcello Fiorini
regia Gianni De Feo
aiuto regia Elisa Pavolini
costumi Roberto Rinaldi
scene Franco Grasso
arrangiamenti musicali Marcello Fiorini
disegno luci Flavio Mainella
foto e grafica Manuela Giusto
19 dicembre 1915. Belleville, quartiere popolare a Nord di Parigi. Nasce Edith Giovanna Gassion conosciuta solo qualche anno dopo e in tutto il mondo con il nome di Edith Piaf, il “passerotto”. In occasione del centenario della nascita della grande artista francese, Gianni De Feo ripropone Grido d'amore Edith Piaf che vede il suo primo debutto al Teatro Belli di Roma già nel 2006. Ripreso negli anni successivi in tournée nazionale, tra cui Milano, Genova, Firenze, Napoli e poi il Teatro Gobetti di Torino nella programmazione dello Stabile, e in Svizzera, lo spettacolo ha suscitato grande consenso di critica emozionando il pubblico attraverso la storia appassionante e travagliata di una donna acuta ma al tempo stesso sregolata. Una donna che ha riversato nella voce la febbre di una vita difficile, spezzata da alti e bassi, colma di generosità, di allegria, di disperazione, di egocentrismo. In lei una fusione di impulsi e sensazioni: liberazione sessuale, alcool, droga, amori convulsi. Una donna che ha avuto incontri, scontri, che è stata ispirata e che ha ispirato Jean Cocteau che scrisse per lei Le bel indifférent e le rimase amico per tutta la vita fino al punto di morire lo stesso giorno; di lei disse: “Non ho mai conosciuto una persona meno parsimoniosa con la propria anima. La sperperava, ne gettava l’oro dalle finestre”. De Feo, accompagnato dal suono evocativo della fisarmonica di Marcello Fiorini, racconta e canta le canzoni della “chanteuse realiste” vestendo i panni di un poeta vagabondo, un clochard dei nostri tempi che, nel ripercorrere alcuni frammenti della propria vita, ripropone i passi dell’esistenza straordinaria di Edith Piaf, un’artista il cui sguardo e la cui voce hanno segnato un’epoca e sono entrati a far parte di un mito. Un omaggio all’artista e a tutti quelli la cui anima vibra ancora nel cimitero del Père Lachaise, nel cuore di Parigi.
GRIDO D’AMORE – EDITH PIAF
Così la critica:
“L’ottimo Gianni De Feo con Grido d’amore al Teatro Belli di Roma. Canta Padam padam, l’accordéoniste, Milord, le roi a fait battre tambour e al tempo stesso racconta Edith, racconta Parigi, un modo di esistere, l’estrema consapevolezza che la vita è tragica e leggera come il fumo di una Gauloise soffiata nella nebbia di una stazione ferroviaria francese.” Left - Marcantonio Lucidi
“… Ci sono solamente un paio di ali sul palcoscenico per Grido d’amore, interessante per nulla scontato testo di Ennio Speranza, che intervalla frammenti della vita di Edith Giovanna Gassion, detta “il passerotto”, con canzoni più o meno celebri interpretate dal potente Gianni De Feo, anche regista della pièce… Un’ora abbondante di teatro-canzone, senza sbavature né eccessi… pioggia di applausi.” Il Messaggero – Paola Polidori
“… in scena, vestito con gli abiti di un dandy d’inizio secolo finito tra i clochard del lungosenna che pian piano quegli abiti se li toglie di dosso, come a denudarsi l’anima, c’è un attore-cantante straordinario che sembra uscito da una vecchia pellicola francese, un “beau garçon” dal fascino ambiguo che trasforma l’aneddotica e il repertorio di motivi più o meno celebri in puro batticuore, mito rivissuto. Una serata da non perdere.” La Repubblica – Nico Garrone
“De Feo gioca e insieme idolatra la Piaf… Una dedica d’artista a tutti gli artisti.” Il Messaggero – Rita Sala “L’interprete ha saputo raccontare e cantare Edith Piaf in modo così magistrale da provocare dieci minuti di applausi alla fine dello spettacolo.” Il Saviglianese, (Cuneo) – Vincenzo La Porta